In questo articolo, Erzana Szwertak rivela il potere trasformativo dell'ipnosi in terapia. Dall'antico Egitto a Milton Erickson, questo articolo esplora l'evoluzione dell'ipnosi, il suo ruolo nel benessere mentale e la sua capacità di rimodellare le storie di vita, fornendo rinnovata autonomia al paziente.
Da dove viene l'ipnosi?
L'ipnosi, una pratica ancestrale, si è evoluta nel tempo per trovare il suo posto, in particolare nel campo della salute. Fin dagli albori dell’umanità, l’uomo ha ricercato stati alterati di coscienza attraverso vari mezzi come la danza, la musica, il canto e i rituali (Virot, Bernard, 2010). Questa esplorazione degli stati di coscienza, chiamata anche "trance", è stata coltivata da tutte le culture nel corso dei secoli. Oggi l'ipnosi viene utilizzata nelle pratiche cliniche, comprese le procedure chirurgiche sotto ipnosi. Questa pratica secolare affascina e suscita curiosità e timore.
L’American Psychological Association (APA) definisce lo stato ipnotico come un “assorbimento dell’attenzione, che diminuisce la consapevolezza e aumenta la suggestionabilità” (Green, Barabasz, Barret, Montgomery, 2003). Tuttavia, l’ipnosi va oltre questa definizione, approfondendo dimensioni psichiche più profonde.
L'ipnosi come autoipnosi relazionale
La trance ipnotica, descritta per la prima volta su una stele egiziana risalente all'epoca di Ramses II, rivela che l'ipnosi veniva utilizzata per motivare le truppe prima della guerra. Secondo Betbèze e Ostermann (2021), l'ipnosi comprende uno stato modificato di coscienza, una tecnica terapeutica e una particolare connessione con l'ambiente. Nel contesto terapeutico, l'ipnosi offre la possibilità di immaginare un'esistenza alternativa, di trasformare una realtà dolorosa utilizzando tecniche di dissociazione, confusione e doppio legame. La relazione gioca un ruolo cruciale, fornendo alla persona sicurezza nella connessione con se stessa, con gli altri e con il mondo. L'ipnosi diventa così un processo relazionale dinamico che promuove l'azione, il movimento e la fuga dall'immobilità imposta dai sintomi.
Dissociazione: un tentativo di soluzione
Secondo Pierre Janet (1889), qualsiasi azione infruttuosa porta a conseguenze dissociative. La riassociazione richiede la finalizzazione di un'azione in una condivisione emotiva. In assenza di una relazione, emergono tentativi ripetitivi di soluzioni, alimentati da emozioni caotiche, che portano a sintomi come ansia, tristezza e paura.
Milton Erickson identifica la dissociazione come una risorsa, un'esperienza relazionale in cui il soggetto si sente sicuro, attivo e ancorato al proprio corpo. Le sessioni di ipnosi diventano un mezzo per riconnettersi con competenze, risorse e apprendimenti, promuovendo l'autonomia relazionale.
Essere o non essere: la costruzione del legame di attaccamento
René Descartes proclamava nel 1637 “Penso dunque sono”, ma secondo Daniel Stern (1985), essere in relazione è essenziale per l'esistenza. Betbèze (2020) sottolinea che apprendere l’esistenza implica stare con gli altri per stare con se stessi, costruendo così quel legame di attaccamento che protegge dalle angosce del vuoto.
Dissociazione e riassociazione
L'ipnosi contemporanea è vista come un'autoipnosi relazionale e co-creativa, che coinvolge il terapeuta e il soggetto in una relazione di fiducia. Questo approccio blocca i tentativi di soluzione disfunzionali e guida verso la creatività. Un'esperienza relazionale sicura consente la riassociazione, trasformando una relazione contraddittoria in una relazione funzionale, sinonimo di autonomia relazionale.
Autoipnosi
Per rafforzare l'autonomia del cliente è essenziale insegnare l'autoipnosi. L'autoipnosi, sperimentata prima con un terapista, consente al cliente di percepire le proprie capacità di cambiare e indurre la trance. Vengono insegnate tecniche come la focalizzazione, la respirazione addominale o la levitazione, dando al cliente la capacità di creare ancore per gestire le proprie sensazioni e uscire dalla trance.
Terapia narrativa
La terapia narrativa, influenzata dai filosofi del XX secolo, guida il paziente verso l'esternalizzazione dei propri problemi per costruire una storia alternativa. Il paziente diventa protagonista della sua vita, attivando le proprie risorse.
Conclusione
In conclusione, l'ipnosi, come esplorazione delle profondità della coscienza, offre spunti affascinanti sulla relazione, la dissociazione e la riassociazione. La sua evoluzione verso l'autoipnosi rafforza l'autonomia del cliente, permettendo la costruzione di nuove storie di vita. Il connubio tra ipnosi e terapia narrativa apre le porte ad approcci terapeutici innovativi, invitando ognuno ad essere autore della propria realtà.
Dove formarsi nell'approccio sistemico e strategico e nella formazione sull'ipnosi
Riferimento
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Gibson, P (2022). Fuggi dalla trappola dell'ansia. Libri di scienze strategiche.
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