Claudette PORTELLI:
“Dirò nell'introduzione che il cambiamento è insito nella vita; è quindi inevitabile .
Tutti tendono ad avere paura del cambiamento e più o meno resistono anche se ritengono che questo cambiamento sia necessario per andare avanti, progredire e, in definitiva, trarne vantaggio.
I dirigenti scolastici non devono quindi, come tutti noi, avere paura del cambiamento, ma riconoscerlo e gestirlo; la trasformazione inizia quindi con il lavorare sulla propria paura.
Esistono 4 tipi principali di resistenza al cambiamento:
- La resistenza di chi è potenzialmente collaborativo : si tratta di persone fortemente motivate con le capacità necessarie ma che mancano di know-how e/o non dispongono di informazioni esatte o complete. In questo caso è necessario mettere in atto una strategia di "piccoli passi" per andare avanti lentamente ma con efficacia. (Visione dell'alpinista che scala la montagna molto lentamente, gradualmente, e stando molto attento a quello che fa)
- La resistenza di chi è emotivamente bloccato : è fortemente motivato, interessato e bisognoso di cambiamento ma non è in grado di agire perché tenuto in ostaggio da una sensazione dominante che può essere:
- il piacere , ad esempio, di comprendere una nuova tecnologia. In questo caso usiamo antiche strategie cinesi "vagare per il mare senza conoscere il cielo" o "aggiungere legna per spegnere il fuoco"
- sofferenza ; "la migliore via d'uscita è affrontare le cose e andare avanti" - Robert Frost
- rabbia : deve essere incanalata dalla trasformazione in un'elica "uccidi il serpente con il suo stesso veleno"
- piacere che ha troppi vantaggi; fa opposizione.
- La resistenza degli avversari /antagonisti : si oppongono esplicitamente o implicitamente, sono fortemente in disaccordo e si dichiarano contrari al cambiamento per sentirsi in controllo (potere) o per distinguersi (per attirare l'attenzione). Fenomeno del frutto proibito
- La resistenza degli oppositori ideologici : si tratta di persone ideologicamente rigide che credono che il cambiamento metterà fine al sistema. È quindi necessario rispettare le loro convinzioni aiutandoli a conoscere altre realtà. In questo caso, l'apprendimento avviene attraverso la pratica.
In conclusione direi che per persuadere bisogna parlare di interessi e non di ragioni. "