Salute mentale: mettere in discussione i pericoli delle etichette

Aprendo la strada a un approccio scientifico compassionevole.

Nel mondo contemporaneo, i problemi legati alla salute mentale attirano sempre più interesse. Figure di spicco della politica e dell’industria dell’intrattenimento parlano apertamente della loro lotta contro la depressione e l’ansia, e le statistiche indicano un aumento dei casi segnalati di queste condizioni tra gli adulti.

Organico e soggettivo

Una delle principali sfide della ricerca psichiatrica risiede nei suoi presupposti di base. A differenza della medicina fisica, che identifica la causa organica di un problema per trattamenti specifici, la salute mentale si affida spesso a termini descrittivi come “ansia” e “depressione” senza evidenziare una causa sottostante o un’eziologia chiara. Pertanto, le diagnosi psichiatriche possono descrivere i sintomi senza offrire una spiegazione completa delle loro cause profonde. La nozione di scientismo psichiatrico perpetua la convinzione che le diagnosi psichiatriche siano altrettanto vere o uguali alle diagnosi mediche, sebbene manchino delle chiare connessioni causali riscontrabili in altri campi medici. In termini più semplici, classificazioni descrittive come depressione o ADHD possono descrivere determinati comportamenti, ma non forniscono spiegazioni chiare del motivo per cui tali comportamenti si verificano. Ciò può portare a ragionamenti circolari e ad argomentazioni che non possono essere verificate. Come abbiamo accennato in un precedente articolo sulla teoria del looping di Ian Hacking, gli esseri umani tendono ad adattare descrizioni vaghe alle loro esperienze, il che a volte può portare all'autodiagnosi. In altre parole, queste etichette possono essere applicate ai comportamenti, ma non necessariamente forniscono una comprensione profonda delle cause alla base di tali comportamenti.

L'impatto dell'etichettatura

Etichettare le persone con disturbi mentali può essere dannoso, come descritto nella teoria del linguaggio performativo. Questi possono includere stereotipi e termini stigmatizzanti, che possono portare a un’etichettatura psicologica distorta. Il linguaggio negativo o restrittivo perpetua gli stereotipi e crea etichette dannose che influenzano il modo in cui gli individui vengono percepiti e trattati dagli altri. La teoria dell'etichettatura in sociologia suggerisce che gli individui possono interiorizzare le etichette loro assegnate e conformarsi ad esse, rafforzando potenzialmente alcuni tratti dovuti agli aspetti performativi della comunicazione. L'etichettatura può oscurare la comprensione e portare le persone ad adottare l'identità di una persona malata di mente, anche se le loro esperienze sono del tutto normali data la loro situazione di vita. Quando i medici seguono queste rigide categorie linguistiche performative sulla salute mentale, si possono creare trappole e le persone possono iniziare a comportarsi secondo le etichette che vengono loro assegnate. Ciò può portare a un ciclo in cui le etichette diventano vere a causa del modo in cui le persone le trattano, generando così una profezia che si autoavvera.

Una profezia annunciata

Il modo in cui parliamo di salute mentale può influenzare il modo in cui la vediamo, la sperimentiamo e la esaminiamo. Usare determinate etichette per descrivere lo stato mentale di una persona può avere conseguenze nel mondo reale. Ad esempio, se etichettiamo una persona “depressa”, questa potrebbe iniziare a crederci e ad agire come tale, influenzata dal modo in cui gli altri la trattano in base a quell’etichetta. Questo ciclo può far persistere l'etichetta, anche se non riflette accuratamente le esperienze della persona.

Date queste sfide, è importante affrontare la salute mentale in modo diverso. Le ideologie dominanti che circondano la salute mentale pongono serie sfide ai servizi tradizionali, al di là delle questioni di finanziamento o di accesso. Queste ideologie perpetuano l’idea che i disturbi mentali siano diffusi e richiedano una diagnosi per essere trattati efficacemente, alimentando così un’industria incentrata sulle etichette psichiatriche. Di conseguenza, queste ideologie si sono infiltrate nella nostra vita quotidiana, facendoci sentire potenziali pazienti, allontanandoci dalle normali emozioni e facendoci credere che le nostre esperienze siano segni di problemi profondamente radicati nelle nostre menti. Molte persone possono finire per considerarsi distrutte e bisognose di riparazione, invece di capire che le loro emozioni fanno parte di esperienze umane normali e naturali che richiedono empatia, connessione e compassione.

L'obiettivo di un nuovo approccio

L’attuale modello di diagnosi dei disturbi mentali e di fornitura di trattamenti specifici potrebbe essere obsoleto e imperfetto perché rischia di trascurare la naturale resilienza che le persone dimostrano di fronte alle avversità. È essenziale abbandonare l’idea che i disturbi mentali siano legati esclusivamente a fattori genetici o biologici, poiché non ci sono prove sufficienti per supportare questa visione. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di dare priorità all’osservazione delle relazioni che gli esseri umani hanno o sviluppano con la propria realtà e contesto sociale. Concentrandoci sulle connessioni umane e soddisfacendo i bisogni primari come la sicurezza, l’alloggio e un impiego significativo, possiamo comprendere meglio quella che viene chiamata “epidemia di salute mentale”. Sebbene sia necessario sfidare lo scientismo, cambiamenti improvvisi e affrettati potrebbero avere conseguenze indesiderate. La collaborazione, il dialogo aperto e l’attenzione costante alle autentiche prove scientifiche, raccolte da contesti clinici del mondo reale, stanno aprendo la strada affinché i professionisti della salute mentale si evolvano in un campo più compassionevole ed efficace, aiutando veramente coloro che ne hanno bisogno.

L'ESSENZIALE

Cos'è la psichiatria? La diagnosi operatoria

Invece di partire da un’idea fissa della natura del problema, una diagnosi operativa scientifica incoraggia un approccio flessibile. I medici devono osservare attentamente e valutare come i diversi metodi e trattamenti influenzano il problema e i comportamenti della persona. L’idea centrale è “conoscere cambiando”. Invece di fare affidamento esclusivamente su teorie o nozioni preconcette, i medici si interessano attivamente al problema e osservano come risponde ai diversi trattamenti, proprio come facciamo nella scienza. Uno dei principali vantaggi della diagnostica operativa è che enfatizza l’efficacia della risoluzione dei problemi. Invece di rimanere bloccati in una diagnosi rigida, l'obiettivo principale è ottenere risultati positivi e soddisfare le esigenze del paziente. Questo approccio dà priorità alle esigenze e alla situazione uniche dell'individuo. Interagendo attivamente con la persona e valutando continuamente la sua risposta ai trattamenti, i medici possono pensare in modo più creativo ed evitare di essere limitati da etichette rigide.

La diagnosi operativa riconosce che ogni problema è diverso e richiede un'attenzione personalizzata, perché espressa nel contesto della persona interessata. Si tratta di essere centrati sul paziente e garantire risultati positivi e il benessere generale della persona. Questo approccio fornisce un quadro flessibile per il trattamento di problemi psicologici e comportamentali. I medici sono incoraggiati a pensare fuori dagli schemi e a rimanere aperti a soluzioni nuove e innovative.

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